SEZIONE: LAVORI PUBBLICI ED EDILIZIA - AMBIENTE, ENERGIA
Acqua

Dall’Unione Europea pesanti sanzioni per l’acqua italiana

27 Gennaio 2016
 
Gravi ritardi nel rispetto della direttiva comunitaria che prevede da oltre dieci anni la messa a norma dei sistemi fognari e depurativi. Per questo motivo dall’Unione Europea arriverà per l’Italia una pesante sanzione il cui importo verrà a breve proposto dalla Commissione europea alla Corte di giustizia europea. Si parla di 500 milioni di euro l’anno a partire dal 2016 fino al compimento delle opere. Lo sa bene Mauro Grassi, responsabile della Struttura di Palazzo Chigi #italiasicura che si occupa dello sviluppo delle infrastrutture idriche e del dissesto idrogeologico, cha ha aggiunto: "Se da un lato nel 2016 cominceremo a pagare salate sanzioni, dall'altro gli investimenti necessari a scongiurare le stesse sanzioni stentano ancora a decollare". Al momento sono stati stanziati per tutto il territorio 3,2 miliardi di euro, di cui 2,8 destinati al sud dove dovrebbero essere avviate quasi 900 opere tra depuratori, fognature e acquedotti che non sono ancora nemmeno a gara.
Tuttavia, la situazione rilevata dall’UE riguarda tutto il Paese, a partire da 14 Regioni su 20, fra cui anche la Lombardia. A livello comunale sono quasi 2500 le amministrazioni locali coinvolte, di cui 175 Comuni in Sicilia, 130 in Calabria, 128 in Lombardia e 125 in Campania. 
“A oggi“, ha sottolineato Grassi, “sono stati nominati commissari governativi per la realizzazione di fognature e impianti per la depurazione nelle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Sicilia. In particolare, in Sicilia il valore degli interventi oggi passati nella gestione del commissario è di oltre 600 milioni di euro. Con i “patti per lo sviluppo” poi, il Governo continuerà a garantire investimenti pubblici nelle situazioni ancora a rischio di sanzioni europee. L’obiettivo è raggiungere livelli di investimento nel sistema idrico simile agli altri paesi europei, e passare dagli attuali 36 euro/abitante almeno a 50 euro/abitante per avvicinarsi agli 80/90 euro/abitante dei paesi più virtuosi del contesto europeo“. 
(SM)
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