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AMBIENTE

I sindaci a Città del Messico per parlare di cambiamenti climatici

5 Dicembre 2016
 

Ottanta sindaci delle metropoli di tutto il pianeta, in rappresentanza di quasi 600 milioni di cittadini, si sono riuniti a Città del Messico per la sesta edizione della C40, conferenza indetta per discutere e migliorare le azioni contro i cambiamenti climatici e per stabilire un piano operativo che riduca della metà le emissioni di gas a effetto serra. In caso contrario, "il prezzo dell'inazione" si tradurrebbe nel mancato conseguimento dell'obiettivo di limitare il riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi. Si tratta del primo incontro biennale dopo il Cop 21 che ha dato vita all’Accordo di Parigi, e riunisce primi cittadini di città e metropoli che condividono problemi e soluzioni contro le minacce più gravi causate dal riscaldamento globale, dall’innalzamento del livello dei mari alla desertificazione, allo scioglimento dei ghiacci.
 

Via i diesel entro il 2025
A fare gli onori di casa, sono stati il sindaco Miguel Ángel Mancera insieme all’attuale presidente di C40 Eduardo Paes, sindaco della città brasiliana di Rio de Janeiro. Prima di lui l’ex sindaco di New York Michael Bloomberg, che ha commentato: "Il summit dei sindaci di Città del Messico riunisce il più grande gruppo di leader locali che combattono i cambiamenti climatici da quando si è svolta la Cop 21. Il lavoro delle città che fanno parte di C40 per la riduzione delle emissioni di gas serra e proteggere i cittadini dai rischi deve fungere da esempio per gli altri”.
Un richiamo all'urgenza di intervenire in modo concreto è arrivato da Anne Hidalgo, sindaca di Parigi: "Allo scetticismo dimostrato da alcuni capi di stato, alla vigliaccheria che paralizza gli altri, rispondiamo con l'azione e perseguendo l'unico metodo possibile che è quello di abbattere muri e costruire ponti. Le città sono in prima linea del cambiamento (...) ma dobbiamo agire in fretta".
I sindaci di Parigi, Città del Messico e Madrid hanno annunciato in un comunicato congiunto la loro intenzione di sbarazzarsi totalmente dei veicoli diesel entro il 2025, "per migliorare la qualità dell'aria per i cittadini." Il C40 include 90 città, tra cui Roma, Rio, Caracas, New York, Parigi, Dakar, Johannesburg, Addis Abeba, Seoul, Pechino, Shanghai, Atene, Istanbul o Londra, per un totale di 650 milioni di persone e del 25% dei pil mondiale.
 

Le prospettive future: servono 375 miliardi
Secondo lo studio presentato, denominato "Deadline 2020," un terzo delle emissioni dipende dalle città (infrastrutture, urbanistica, trasporti, ecc). "Se gli abitanti e le infrastrutture dovessero continuare a svilupparsi sulla modalità corrente, in 5 anni il mondo avrà generato una quantità di emissioni superiore ai 2 gradi" previsti dall'Accordo di Parigi. Per far fronte a questa sfida, le città C40 avranno bisogno 375 miliardi di dollari di investimenti per i prossimi 4 anni. 

 

Rotterdam, Ho Chi Min e Milano: esempi da imitare
Le eccellenze da imitare esistono già. Rotterdam, Ho Chi Minh, Milano hanno dato vita a una rete di iniziative “smart” in grado di proteggerle dagli eventi meteo estremi oggi e proiettarle nel futuro. L’appuntamento di Città del Messico è l’occasione giusta per condividerle, per metterle a disposizione. Per scambiarsi idee, consigli e tecnologie e trasformare le aree urbane destinate a ospitare la maggior parte della popolazione mondiale del futuro in habitat in grado di reggere la pressione umana senza pesare negativamente sul pianeta.

 

(Valeria Volponi)

 

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