SEZIONE: ISTITUZIONI, ASSOCIAZIONISMO E RIFORME
Enti locali

Come affrontare i processi associativi: dati e analisi per cogliere le opportunità

27 Ottobre 2016
 

"Per i Comuni è fondamentale poster disporre di dati aperti per affrontare le sfide del cambiamento", e oggi vedremo un esempio concreto di questa necessità considerando la loro utilità nella "definizione delle esperienze di gestioni associate, che nascono dall'utilizzo di queste fonti informative aperte". Massimo Simonetta, Direttore di AnciLab, punta subito sul concreto per introdurre il seminario "Banche dati ed elaborazioni per programmazione controllo, il governo delle gestioni associate, i percorsi di fusione di Comuni", organizzato questa mattina da RisoseComuni, e per dare concretezza al suo intervento, ha coinvolto Nicola Melideo, Amministratore di LGNet, che ha presentato alcuni dati sulle caratteristiche delle Unioni di Comuni italiane.

Lo stato di salute delle Unioni in Italia
Melideo ha evidenziato come in Italia "le Unioni di Comuni,  tra il 2014 e il 2015, per il 60% sono inattive: non dimostrano cioè di avere impiegato un euro di spesa corrente, il resto sono Unioni che hanno spese correnti da circa mille  euro in su". Ma non è sufficiente avere un'Unione attiva, poiché Melideo ha introdotto il concetto di Unioni sostenibili: "quelle che per loro natura, attività e caratteristiche, sono potenzialmente in grado di resistere a inevitabili tendenze disgregatrici proprie di qualsiasi gestione associata". Per considerare questo aspetto è necessario analizzare elementi quantitativi e quantitativi, che ad esempio dimostrano come "in Lombardia sono 51 le Unioni attive, con una spesa media per abitante di 269 euro, un dato che le rende le più attive in Italia".

Un'esperienza di successo
Marco Panzeri ha raccontato l'esperienza dell'Unione dei Comuni lombarda della Valletta, in provincia di Lecco: una realtà di quasi 7mila abitanti, inizialmente composta da tre Comuni che ora sono diventati due perché due di essi si sono fusi.
Panzeri ha evidenziato innanzitutto come per portare avanti un percorso simile sia necessario disporre di un'intenzione ferma da parte degli amministratori, poiché "senza volontà politica non si va da nessuna parte", e lo dimostra l'Unione della Valletta, che ha preso forma a partite dal Consorzio tra Comuni formatosi nel 1972.
La costituzione del nuovo organismo ha garantito innanzitutto la possibilità di razionalizzare le strutture amministrative, poiché da una realtà formata dai tre Comuni e dalla stessa Unione con proprie strutture, personale, etc., si è riusciti a passare a una situazione in cui tutte le funzioni vengono gestite dall'Unione, evento che ha permesso di "rivoltare come un calzino i nostri Comuni". Il percorso ha permesso di avere un unico segretario comunale e lo stesso revisore dei conti, di disporre degli unici uffici dell'Unione e di un unico Governo del sistema informatico.
Questo, "fermo restando le questioni inerenti l'indirizzo politico", ha dato avvio a "un'unica struttura organizzativa", ha evidenziato Panzeri, "pari a quella di un comune di 7mila abitanti". Un bel salto di qualità. Ovviamente, non si deve dimenticare che serve lavorare anche "sulla volontà di stare insieme tra i tre Sindaci, i tre consigli e diversi assessori".

Come affrontare un percorso associativo
Di fronte a un'esperienza positiva cosa si può dire dello stato di salute dell'associazionismo comunale lombardo? Alberto Ceriani di Èupolis Lombardia ha ammesso che, "dopo anni di analisi e osservazioni di queste tendenze associative, non si può parlare di associazionismo prescindendo da una lettura territoriale, perché non si può non considerare il passato e un'analisi di quello che determina il cambiamento degli assetti organizzativi e istituzionali" per incontrare il successo o meno di una gestione associata, Unione o fusione comunale.
Proprio perché si lavora su questi elementi è evidente il successo del fenomeno associativo in Lombardia, che conta su 88 Unioni che coinvolgono 300 Comuni. Pertanto, per Ceriani, "sull'associazionismo in Lombardia si fa moltissimo, si deve ora fare un salto di qualità, e le risorse omogenee possono rappresentare una potenzialità".
In questo quadro, si deve però considerare che "da un punto di vista politico il processo di fusione è più delicato del processo di gestione associata, ma da un  punto di vista tecnico più semplice", come ha sottolineato Francesco Bergamelli, Segretario Generale del Comune di Mariano Comense, che si è inserito nel dibattito in merito alle "leve che consentono di procedere verso la decisione di fondere dei Comuni con cognizione di causa". Ecco dunque la raccolta di dati di natura economico finanziaria da analizzare in relazione alle dinamiche organizzative interne e al funzionamento della macchina comunale.
Dall'esigenza di analizzare e comprendere il contesto in cui si va ad operare risulta evidente la necessità di disporre di dati aperti e leggibili, come ha ricordato Melideo, che ha presentato una soluzione gratuita a disposizione dei Comuni che fornisce tutti questi dati al sito www.lapostadelsindaco.it .

Dall'intensa mattinata, come ha concluso Massimo Simonetta, è emerso con chiarezza come "chi si occupa di questi temi deve sapere di non avere una vita facile, perché per impostazioni normative e culturali, come amministratori e cittadini, siamo abituati a pensare al singolo comune. Chi ha innovato però, in questi anni,  ha portato a Casa molte conquiste positive, sia in fatto di risorse che a livello organizzativo". (LS)

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