SEZIONE: TERRITORIO E SVILUPPO LOCALE

Festa dei vicini e Cohousing, la parola d’ordine è condivisione

10 Novembre 2014
 
In un momento in cui, complice la crisi, torna buono il vecchio detto “l’unione fa la forza” pare vi sia una chiara inversione di tendenza in fatto di convivenze: stop alla diffidenza nei confronti del vicino. Così, dalla festa dei vicini alle esperienze di cohousing, cambia totalmente il modo di vivere la quotidianità domestica. Partiamo dalla Festa dei Vicini. Nata nel 1999 a Parigi, la manifestazione è stata adottata a livello Europeo e dal 2004 è diventata un importante punto di riferimento per tutti coloro che desiderano rafforzare e favorire i rapporti di buon vicinato. Obiettivi della manifestazione sono: sviluppare la convivialità, rafforzare i legami di prossimità e di solidarietà per lottare contro l'isolamento, diffondere politiche di prevenzione della sicurezza urbana e costruire un'Europa più solidale. Tra le finalità vi è anche il superamento di piccoli conflitti e le difficoltà del quotidiano. Ecco come funziona la festa: gli abitanti di un palazzo o di uno stesso quartiere si ritrovano per strada o negli spazi comuni dei condomini per un buffet o un aperitivo con i vicini. Per quanto riguarda l’Italia, La Fédération Européenne des Solidarités de Proximité ha affidato ad ANCI e FEDERCASA (la federazione italiana per la casa) la diffusione e il coordinamento dell'iniziativa. A livello internazionale, negli ultimi anni la festa è diventata un appuntamento mondiale con l’adesione all’iniziativa di Paesi come il Canada, il Messico e il Giappone. Ma un nuovo trend sta arrivando nelle città italiane, è il cohousing. Sempre all’insegna della partecipazione, da alcuni anni è tornata in auge una vecchia forma di condivisione degli spazi, tipica delle corti lombarde e delle case di ringhiera milanesi. Il termine “cohousing”, vale a dire abitare insieme, che definisce questa nuova moda, arriva direttamente dall’Inghilterra e da altri Paesi del nord Europa dove il fenomeno è già ampiamente diffuso. Con questa nuova idea di vivere gli spazi cambia anche il dizionario di riferimento. Le parole d’ordine ora sono condivisione, mutualità, eco-sostenibilità, comunità, sostegno, aiuto reciproco. E risparmio energetico. Perché chi sceglie il cohousing punta a strutture che vengono messe sul mercato a prezzi calmierati ma che siano tecnologicamente molto avanzate, che sfruttino fonti rinnovabili e che abbiano il minore impatto ambientale. Caratteristica imprescindibile è la presenza di parti dell’edificio in condivisione come piscina, palestra, spazi per eventi o biblioteche, il tutto nell’ottica del risparmio e della riduzione degli sprechi. Leggi l'articolo integrale
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