SEZIONE: ISTITUZIONI, ASSOCIAZIONISMO E RIFORME

Comuni montani - Si può superare l'immobilismo

23 Settembre 2009
 
Amministrare un piccolo comune è un’ impresa veramente impegnativa. I problemi, quelli concreti, quelli legati al vivere quotidiano ci attendono tutti i giorni “fuori dalla porta” e i nostri cittadini si aspettano risposte utili ed efficaci. La politica intesa come servizio e la persona “al centro” sono le coordinate di riferimento. Un vivere migliore della nostra gente e dei nostri cittadini parte proprio da una attenta pianificazione territoriale e socio economica. Pianificare il proprio territorio in modo intelligente e responsabile. Garantire infrastrutture adeguate: acquedotti, fognature, strade, edifici scolastici funzionali e sicuri. Riqualificare, manutentare, valorizzare anche turisticamente i nostri luoghi. Promuovere la cultura offrendo spazi e servizi adeguati. Attuare una politica sociale di solidarietà per “non lasciare indietro nessuno”. In altre parole a noi, amministratori , la responsabilità di portare le nostre comunità nel futuro. Dalle nostre scelte, dal nostro modo di agire dipende il futuro dei nostri Paesi . Nella carta costituzionale è stato sancito il principio di sussidiarietà. Il livello di governo più vicino al cittadino deve prendersi cura, in via prioritaria, della propria comunità coinvolgendola nel garantire l’erogazione dei servizi e nelle scelte strategiche. Mi immagino un Paese dove ogni cittadino sia consapevole di far parte di una comunità dinamica e in movimento che cresce proprio grazie all’impegno di ciascuno e ancor di più delle associazioni operanti sul territorio e del volontariato in sinergia costruttiva. L’impegno degli amministratori deve essere quello di alleggerire la struttura amministrativa rendendola meno burocratica e più efficiente, quello di ridurre le spese, in particolar modo quelle correnti, ottimizzando il funzionamento dei servizi, adottando energie alternative, promuovendo opere pubbliche finalizzate al risparmio delle spese correnti. Un esempio ne è l’istallazione di pannelli fotovoltaici sul tetto delle nostre scuole che ha determinato non solo una riduzione delle spese,appunto correnti, ma anche una nuova entrata derivante dall’energia prodotta in esubero; oppure aver ottimizzato la rete dell’acquedotto sfruttando al meglio la naturale caduta dell’acqua. Superare l’immobilismo è possibile. Le entrate tributarie non sono molte ma cominciamo a utilizzare con criterio quelle a disposizione e a mettere in atto politiche di razionalizzazione e risparmio; poi ciascuno, con grande senso di responsabilità, faccia la propria parte. Gli enti sovraccomunali condividano con il territorio politiche strategiche centrando i problemi più rilevanti e non disperdendo le risorse. Il proliferare di bandi, sovvenzioni, buoni, e modalità di finanziamento varie dimostrano che i soldi non mancano ma riuscire ad ottenere i finanziamenti, a volte, è davvero un’impresa . Credo che sia indispensabile un coordinamento intelligente dei bisogni ma soprattutto delle risposte. E’ necessario garantire una maggior autonomia finanziaria ai comuni per mettere in condizione gli amministratori di dare delle risposte: quelle che i nostri cittadini si aspettano e per le quali ci hanno delegato.
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