SEZIONE: ISTITUZIONI, ASSOCIAZIONISMO E RIFORME

RisorseComuni: che successo!

18 Dicembre 2008
 
Il presidente dell’ Anci, Leonardo Domenici, è tornato a ribadire la necessità di una revisione del patto di stabilità per gli investimenti degli enti locali. “In questo momento in cui si avverte la necessità di politiche anticicliche ha affermato Domenici riteniamo essenziale escludere quest’anno e l’anno prossimo nel calcolo degli investimenti il patto di stabilità per i comuni sopra i 5 mila abitanti”. La richiesta formulata dal presidente dell’Anci trova conferma nella ricerca di “Cittalia” in cui è stato calcolato che per via del patto di stabilità i comuni non possono sbloccare 63 miliardi di investimenti già impegnati, e non possono impiegare 3,8 miliardi di avanzi di amministrazioni, che pure sono fermi nelle casse. Il presidente Domenici – insieme al sindaco di Milano Letizia Moratti ha quindi voluto tendere una mano al Governo nella ridiscussione dei vincoli europei per garantire una maggiore flessibilità nella capacità di investimento degli enti locali. “Siamo disponibili ad accompagnare il governo ha affermato Domenici ad avviare in sede europea una discussione per ottenere una maggiore flessibilità nel rispetto del patto di stabilità”.
I COMUNI, IL FEDERALISMO FISCALE, IL CODICE DELLE AUTONOMIE
Il convegno di apertura sul tema “I Comuni, il federalismo fiscale, il Codice delle Autonomie” ha visto la partecipazione del Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni e del sindaco di Milano Letizia Moratti. A fare gli onori di casa il Presidente di Anci Lombardia Lorenzo Guerini che ha sottolineato “la grande criticità per il bilancio 2008 e le difficoltà per il 2009 dovute al fatto che i conti dei Comuni con Governo e Parlamento sono in rosso, visto che ai costanti e progressivi tagli delle varie Finanziarie ora si è aggiunta anche una mancata completa compensazione del minor introito dell’Ici. Tagli sul fondo ordinario, come sui costi della politica rendono precarie le nostre finanze, anche se i Comuni sono l’unico comparto della pubblica amministrazione italiana ad avere un saldo positivo, quindi di fatto contribuendo già al risanamento della spesa pubblica”. “Lo stesso patto di stabilità – ha sostenuto Guerini – è uno strumento tecnico-contabile che non è certo sinonimo di buona amministrazione. Proprio per questo ci siamo battuti per ottenere quel patto di area vasta che certamente sarà più rispondente alle vere esigenze del territorio, dei cittadini e del buon amministrare”. Il sindaco di Milano Letizia Moratti ha poi sottolineato che l’atteso federalismo fiscale deve avere alcuni presupposti irrinunciabili, se non si vuole traformarlo in vuote parole. “Bisogna dar spazio al merito – ha sostenuto – ed avere un organico piano di investimenti. Altrimenti non si fa molta strada. Il federalismo fiscale è infatti correlato al rafforzamento delle autonomie finanziarie degli enti locali e per questo serve una governance. Il merito è la seconda discriminante. Proprio all’assemblea nazionale di Trieste ho lanciato il “Manifesto del Merito” che ora ripropongo. Al Paese serve competitività. Serve capacità di attrarre talenti. Ecco quindi l’appello a lavorare insieme, per perseguire questo obiettivo. La ripresa passa dai Comuni, perché se i Comuni non investono più, o investono meno, è il Paese che si ferma”. Il Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha espresso soddisfazione per “il patto siglato tra Regione, Comuni e Province che ha portato alla costituzione del Tavolo permanente per il federalismo fiscale lombardo e per il patto di stabilità territoriale. È questo un accordo qualificante, che pone il nostro sistema territoriale all’avanguardia nazionale e costituisce un percorso virtuoso verso il federalismo fiscale. Il sistema regionale è unito, coeso e compatto. Questo ci avvantaggerà. La Lombardia è il locomotore della nazione. Se ripartiamo noi riparte l’intero “convoglio Italia”. Questo dovremo ricordare a qualche ministro. Questo noi facciamo nell’interesse generale”.
PICCOLI COMUNI, NORMATIVE E STRATEGIE
“Darsi obiettivi strategici, per sopravvivere in questa fase difficile, per arrivare all’appuntamento con il federalismo fiscale che non sembra così vicino”. Con queste parole Mauro Guerra, coordinatore nazionale dei piccoli Comuni Anci, ha aperto il convegno “Piccoli Comuni: Nuove normative e nuove strategie di innovazione istituzionale e dei servizi”, moderato da Pier Attilio Superti, Segretario generale di Anci Lombardia. Nella sua relazione Mauro Guerra ha ripercorso le tappe più significative degli ultimi mesi, dalla Conferenza nazionale dei piccoli Comuni di Mogliano Veneto ad oggi. “La situazione venutasi a determinare dopo le ben note questioni dell’Ici e dei tagli dei costi della politica, ridicoli per i piccoli Comuni, ma che incidono pesantemente nei bilanci – ha sottolineato il Presidente Guerra – è nota a tutti. Il blocco del personale ha assunto connotazioni estremamente pesanti. A questo punto serve una normativa specifica e differenziata. Un impegno che porti alla semplificazione, ad un associazionismo che aiuti a contenere i costi e a mantenere la qualità dei servizi ai cittadini. Il Ministro Maroni si è ripetutamente impegnato su questo, come per il superamento del secondo mandato dei sindaci. In tempi brevissimi ci attendiamo una legge sui piccoli Comuni che di tutto questo tenga conto. Una legge che persegua gli obiettivi che ci siamo dati attraverso politiche che prevedano incentivazioni, percorsi premiali per i Comuni virtuosi”. “In questo periodo – ha aggiunto il presidente di Anci Lombardia Lorenzo Guerini dobbiamo guardare al quadro che si va delineando, alla prospettiva, senza però mai dimenticare il non facile quadro attuale. Serve spazzare via le angustie, le iniquità che ancor oggi ci sono. Serve rilanciare la nostra economia partendo proprio dai Comuni, che rappresentato oltre il 65% degli investimenti pubblici e che sono quindi un vero motore con cui ripartire. Si tratta di discutere di funzioni, cui devono corrispondere adeguate risorse. E bisogna premiare i virtuosi, non penalizzarli come invece sino ad ora accade. Anche alla Regione dobbiamo dire che questo percorso va costruito insieme, credendoci sino in fondo ed evitando tagli di risorse”. Il professor Giancarlo Pola ha evidenziato che “non solo l’Italia, ma anche l’Europa è una realtà a varie velocità”. “Dalla ricerca Ifel – sottolinea Pola – emerge la situazione italiana nella sua variegata complessità. Ma sostanzialmente nei piccoli Comuni emerge un rigore amministrativo, una presenza dignitosa che ha conservato i connotati della qualità. Certo le Unioni di Comuni devono crescere, devono avere prospettive dinamiche. Ma la parola d’ordine è una sola: potenziare, potenziare, potenziare”. Il dirigente dell’Ufficio relazioni con gli Enti locali Alberto Bernini ha sottolineato la situazione che si va delineando per il 2009. “I Comuni piccoli – ha sostenuto – hanno pochi dipendenti e non ci sono adeguate funzioni. Insomma devono crescere, come del resto è già accaduto negli ultimi sei anni, visto che i Comuni lombardi sotto i duemila abitanti sono scesi da 688 del 2001 ai 643 della fine 2007. Questo dovrà accadere anche se nella proposta regionale di bilancio 2009 le spese per le gestioni associate scenderanno del 10%”. Dopo il dibattito le conclusioni di Mauro Guerra. “L’associazionismo – ha evidenziato il coordinatore dei Piccoli Comuni – è un processo grande, importante, che coinvolge alcune migliaia di Comuni. Affinché questo percorso virtuoso si concretizzi bisogna crederci, bisogna fare degli investimenti seri. In Francia, dove i piccoli Comuni per il 97% vivono esperienze associative, ci hanno messo molti soldi. Il Canton Ticino ha fatto lo stesso. Altrove insomma si investe molto su questa strada e in questi processi virtuosi e si è vinta la sfida. In Italia rischiamo solo timidi balbettii. La questione è insomma politica. Ma noi dobbiamo spingere il ministro Maroni e l’intero Governo ad avere coraggio. L’approdo è il federalismo. L’ambizione che abbiamo non è solo quella di riorganizzare i servizi. Noi puntiamo a mettere i Comuni, attraverso l’associazionismo, nelle condizioni di decidere ciascuno come sul proprio territorio i servizi si riorganizzano. Perché, al di là di algoritmi e calcoli statistici, quando i territori e le comunità sono nelle condizioni di poter decidere si hanno le risposte migliori ai problemi della gente e delle comunità”.
COMUNI RICICLONI
Legambiente ha premiato nel corso di RisorseComuni i vincitori della quinta edizione di Comuni Ricicloni Lombardia. Il Comune di Adro (BS) è risultato il primo classificato tra i centri con una popolazione superiore ai 10 mila abitanti, mentre tra i Comuni capoluogo di Provincia primeggia Lecco. Bozzolo (MN) è invece il Comune più virtuoso tra i piccoli Comuni. Il Sindaco di Bozzolo, Piergiorgio Mussini, ha dedicato la vittoria ai propri cittadini, poiché “il nostro risultato è merito della cittadinanza. Noi abbiamo creduto nei nostri cittadini e loro ci hanno ripagato impegnandosi nel farci guadagnare un simile traguardo”. Durante l’appuntamento, organizzato da Legambiente e Anci Lombardia, Andrea Poggio della Fondazione Legambiente, evidenziando come il sistema di raccolta dei rifiuti nei Comuni della Lombardia presenti delle eccellenze paragonabili a quelle di molte realtà europee spesso prese a modello, ha affermato che “il settore è uno spaccato di ciò che succede nel paese, poiché le nuove generazioni affrontano tematiche quali la sostenibilità degli stili di vita con una nuova mentalità”. Gli importanti risultati ottenuti dai Comuni della regione, sono stati evidenziati dal Presidente di Anci Lombardia Lorenzo Guerini come il “frutto di un’azione in cui si è assistito all’attuazione di una politica di sussidiarietà tra diversi attori: soggetti pubblici, consorzi e aziende private, capaci di dare il meglio per raggiungere assieme un obiettivo comune”. In occasione della premiazione sono stati presentati i risultati della gestione complessiva dei rifiuti urbani nella nostra regione ed è stato evidenziato che, dai dati forniti dall’ARPA, si intravede un 2008 positivo. La produzione di rifiuti infatti in Lombardia ha registrato un incremento costante, ma finalmente quest’anno si riscontra un’inversione di tendenza con una sostanziale stabilizzazione. La Lombardia inoltre si presenta in linea sul fronte della raccolta differenziata con gli obiettivi della Finanziaria 2007.
SERVIZIO CIVILE
Ampia partecipazione al convegno “Ripensare il servizio civile nazionale: nuovi modelli di gestione e finanziamento”, che ha avuto il pregio di fornire un quadro sull’applicazione della legge n. 64 del 2001, ma soprattutto ha presentato, per voce del senatore Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, le prospettive del Servizio Civile per i prossimi anni. “La legge del 2001”, ha sottolineato il responsabile del Servizio Civile Anci Lombardia, Egidio Longoni, “ha consentito a circa 40.000 volontari ogni anno di accedere al Servizio Civile, anche in virtù di una crescente domanda da parte degli Enti accreditati. Va evidenziata, tuttavia, una distribuzione disomogenea dei giovani aderenti sul territorio nazionale. Questi aspetti indicano la necessita di una verifica dell’intero sistema, senza snaturare il principio di unitarietà e di decentramento regionale del Servizio Civile nel sistema attuale di Difesa Civile. Il nuovo scenario impone anche una migliore allocazione delle risorse disponibili da parte dello Stato, con la ricerca di forme di finanziamento e di sponsorizzazione da parte degli Enti partecipanti e degli attori istituzionali coinvolti, quali Comuni, Province e Regioni”. Su questi temi è quindi intervenuto Leonzio Borea, Capo dell’Ufficio Servizio Civile Nazionale, che ha ravvisato la necessità di convogliare maggiormente i volontari verso attività svolte all’interno di associazioni no-profit. Sotto questo punto di vista si è detto concorde il senatore Giovanardi, il quale ha sottolineato come “l’evoluzione del servizio civile in questi sette anni di applicazione della normativa sia tale da richiedere un ripensamento dell’impianto legislativo anche alla luce di recenti sentenze della Corte Costituzionale in cui si è ribadito il concetto da applicare al servizio civile: difesa della patria non armata. Questo concetto, conferma la dimensione nazionale del servizio, contro il proliferare di leggi regionali che istituiscono propri servizi civili, spesso lontani dai concetti di base che all’epoca ci hanno ispirato la normativa, e contro la crescita di progetti speciali che si rivelano troppe volte una sorta di tappabuchi delle esigenze degli enti locali”. Il sottosegretario Giovanardi ha poi precisato che è comunque intenzione del governo “ridisegnare la legge sul servizio civile entro la fine del 2009, anno in cui riusciremo ancora a garantire la presenza di 20/30.000 volontari” e ha sottolineato l’esperienza positiva del servizio civile in questi anni. “Nonostante le criticità che abbiamo via via evidenziato e a cui intendiamo dare soluzione, l’impianto si è rivelato più che buono, tanto che il sistema italiano è stato copiato in molti Paesi europei.”
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Coinvolgono il 36% della popolazione, generano oltre il 40% del "valore aggiunto" e il 28% delle esportazioni.

La Giunta della Regione Lombardia ha approvato il progetto di legge "Riordino delle Comunità montane della Lombardia, disciplina delle Unioni di Comuni lombarde e sostegno all'esercizio associato di funzioni e servizi comunali".

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